3 format di negozi da tenere d’occhio nel 2022
Come saranno i negozi del futuro? Emergeranno nuovi retailer pronti a cambiare le regole del gioco o saranno i player che già sono sul pezzo ora a guidarci e a mostrarci la strada verso l’innovazione? 😎
Al momento non possiamo saperlo, ma è chiaro che alcuni format potrebbero avere successo più di altri.
Quali? Eccone 3 👇
Guideshop
Ovvero il negozio dove vai a provare i pantaloni prima di acquistarli perché sei indecis* tra la taglia 42 o 44.
I negozi di questo tipo nascono proprio come luogo dove vedere e toccare con mano i prodotti (anche nelle loro varianti, ad esempio, di taglia e di colore) prima di acquistarli, sul momento o successivamente, direttamente online. Sono un luogo di connessione tra mondo offline e mondo online, e nascono proprio dal bisogno dei clienti online di poter provare, vedere e toccare con mano i prodotti prima di concludere l’acquisto 👖
Il già citato Bonobos è stato pioniere di questo format, ma pensiamo anche al Webidoo store aperto da poco a Milano (di cui ho parlato in questo articolo): funziona praticamente uguale.
Tra le caratteristiche di questi negozi vediamo spesso una grandissima cura dei dettagli, soprattutto nell’allestimento (in fondo, in questo format, tutto il negozio è una vera e propria vetrina) che, insieme all’esperienza in store e all’aiuto del personale di vendita, è fondamentale per accompagnare al meglio il cliente nel processo di acquisto 🛍
Tra i vantaggi:
Intercettare i potenziali clienti online che però non concludono l’acquisto perché indecisi: vorrebbero provare il prodotto prima per accertarsi sulla taglia o sulla qualità;
Gli spazi necessari sono più piccoli e, per lo più, sono destinati all’esposizione (e non al magazzino): infatti, nei guideshop, è sufficiente un prodotto per ogni colore/taglia. Il plus è evidente: se il negozio si riduce e il magazzino si trasferisce in periferia la spesa per ogni store è decisamente più limitata.
Potendo vedere e provare i prodotti, prima di acquistarli, gli acquisti vengono fatti con maggiore consapevolezza e i resi/cambi merce si riducono (anche l’ambiente ringrazia 💚).
Pop up store o Temporary store
Ovvero il negozio dove vai perché è fighissimo (e non vedi l’ora di condividerlo su Instagram).
Il pop up store nasce come negozio evento, un negozio temporaneo che “salta fuori” (pop up) all’improvviso in una precisa location, in genere per celebrare un’occasione importante, promuovere un nuovo prodotto, lanciare una nuova linea…
Combina la forza dell’evento con l’esclusività dello spazio fisico e viene sì riconosciuto dal visitatore come punto vendita ma, comunque, ne vengono comprese la sua peculiarità e le differenze rispetto ad un punto vendita classico.
Adidas, ad esempio, nel 2018, in occasione del rilancio dell’iconica collezione Adicolor ha optato per la creazione di un temporary store in Piazzale Cadorna a Milano, in collaborazione con Yoox. I consumatori qui avevano la possibilità di affidarsi ad un team di esperti per scegliere la tonalità più adatta a loro, grazie ad un test interattivo creato ad hoc.
I vantaggi:
Nonostante l’apertura di un pop up store sia sicuramente proceduta da un importante investimento (in termini di location, allestimento da effetto WOW, personale…) essendo un’attivazione temporanea è più economica di un negozio fisico stabile;
Permette di attirare nuovi potenziali consumatori, entrare in contatto con i clienti già fidelizzati, esplorare nuovi mercati e, perché no, sondare il terreno per capire se vale la pena aprire un negozio fisico stabile.
Lo stesso Lanieri, prima di aprire gli showroom fisici, aveva aperto un Temporary Store in Via della Spiga a Milano.Generano tantissimo buzz e diventano dei veri e proprio “wanna go places” (soprattutto se sono originali, irriverenti, divertenti e instagrammabili 🤳🏼).
Negozio di noleggio
Ovvero il negozio dove vai quando non sai cosa mettere all’ennesimo matrimonio (e non vuoi comprare un altro abito da cerimonia che poi rimarrebbe sepolto per anni in fondo all’armadio).
I negozi a noleggio hanno avuto un vero e proprio exploit negli ultimi anni, soprattutto in ambito fashion. Complici probabilmente la maggiore attenzione verso gli sprechi (secondo Greenpeace infatti, la produzione globale di abbigliamento è raddoppiata negli ultimi 15 anni, un fenomeno che contribuisce a spedire in discarica enormi quantità di vestiti ogni anno) ma sicuramente anche il cambiamento delle abitudini dei consumatori stessi. Un negozio che spinge al riutilizzo e non all’accumulo, a “usare qualcosa solo quando serve, senza doverne per forza pretendere il possesso” ♻️
In realtà, il format non è per niente nuovo: pensiamo ad esempio a Rent the Runway, realtà che si è imposta sul mercato offrendo abiti firmati, borse e gioielli a noleggio fondata nel 2009 da Jennifer Hyman e Jennifer Fleiss.
In Italia vanno fortissimo in ambito fashion le due realtà DessYouCan e Drexcode (hanno entrambe lo store online e uno showroom fisico), ma anche alcuni brand si sono accorti di questo trend:
Twinset ha reso disponibile dal 2019 Please Don’t Buy, una collezione progettata, creata e prodotta interamente Made in Italy, e destinata esclusivamente al noleggio.
Decathlon ha dato il via ad un servizio di noleggio che permette alle persone di noleggiare l’attrezzatura sportiva desiderata (dallo sci freeride, di fondo, alpinismo, agli slittini, fino ai Sup, ai kayak, monopattini, attrezzatura per il tennis) in tutti i punti vendita Decathlon autorizzati.
Vedremo cosa ci riserverà questo 2022 😉